LA LOTTA ALL'ESCLUSIONE SOCIALE E ALLA POVERTÀ IN FRANCIA E IN ITALIA
Frode sociale: mito o realtà?
Evocando la lotta all'esclusione e alla povertà, e in particolare l'assistenza sociale e gli assegni che ne derivano, non può mancare il famoso discorso sul sistema dell'assistenzialismo e la frode sociale. Questi sermoni si possono sentire sia in Francia che in Italia, soprattutto in un momento in cui il Reddito di Cittadinanza e la sua legittimità animano il dibattito politico.
La leggenda del povero approfittatore, pigro, assistito e imbroglione non è mai lontana. Come accennato dal sociologo Denis Colombi nel podcast Uscire dalla povertà: una questione di volontà?, l'idea del povero come colui che non sa gestire i suoi soldi, che in qualche modo ha "cercato" il suo destino e che è troppo pigro per andare avanti è un concetto classico veicolato nella società.
Per parlarne concretamente, secondo i dati ufficiali della CAF - l'organizzazione che gestisce le domande e l'assegnazione delle prestazioni sociali in Francia - nel 2019, sono stati rivelati 48754 casi di frode, pari ad un danno complessivo di 324 milioni di euro. Si precisa che tali frodi riguardano il RSA, il bonus attività, gli APL (aiuti finanziari per alloggio), assegni familiari, e non comprendono il minimo di vecchiaia o la CMU. Quindi la frode sociale esiste, è un fatto, ma in quale scala ?
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Nel 2019, CAF ha concesso 77,7 miliardi di euro a 13,8 milioni di beneficiari, il che significa che le frodi rilevate riguardano solo lo 0,4% dei beneficiari e lo 0,35% degli importi versati.
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A titolo di paragone, se guardiamo ai danni legati all'evasione fiscale, vediamo che tra 40 a 60 miliardi di euro di tasse mancano al bilancio pubblico ogni anno, vale a dire un importo stimato 20 a 30 volte superiore alla frode sociale. Si nota che, oltre a indebolire i nostri servizi e beni pubblici, l'evasione fiscale tende ad allargare ulteriormente il divario tra ricchi e poveri.
Il non ricorso
Nel suo libro Le non-recours au RSA « socle seul » : l’hypothèse du patrimoine, Sylvain Chareyron ci mostra che nel 2014 il
25% delle persone ammissibili al RSA non ne hanno fatto richiesta.
... Come spiegarlo?
Le persone spesso non si azzardano a chiederlo per mancanza di informazioni, per la complessità delle procedure, ma anche per il discorso della colpa, del cosiddetto "sistema di assistenzialismo" ai poveri in Francia.
Se riuscissimo a ridurre a 0 questo tasso di non ricorso, si stima che potremmo far uscire dalla povertà altre 500.000 persone – e questo solo considerando il RSA e il bonus attività.
Pertanto, è ovvio che esiste un vero bisogno di semplificare le informazioni, in particolare attraverso il supporto sociale, se vogliamo che le persone possano beneficiare degli aiuti di cui hanno diritto.
"Abbiamo più che mai bisogno di ricostruire il legame sociale affinché ognuno accetti di donare una parte della propria ricchezza ai più poveri. Nella nostra società individualista di oggi, diventa sempre più difficile."
- Robert Botteghi
Per consultare la nostra discussione sui temi della lotta alle disuguaglianze sociali e alla povertà nella città di Marsiglia, clicca qua.